BEAUJOLAIS:
Selezionati con maniacale attenzione per formare un gruppo di cui siamo orgogliosi
ANTOINE SUNIER
Antoine Sunier non era certo un predestinato "nel mondo del vino": originario di Dijon in Borgogna, figlio di parrucchieri e avviato a una carriera professionale nelle telecomunicazioni. Ad influenzarne il percorso, fino a condurlo a un irrefrenabile passione per la viticoltura naturale il fratello Julien, affermato vigneron. Nel 2009 Antoine dopo aver condiviso un paio di vendemmie con il fratello in Beaujolais decide di mollare il proprio lavoro per dedicarsi a un completo percorso formativo all'Istituto Enologico di Beaune dove frequenta, fra altri, Camille Lapierre e Christell Prieur Roche . Dopo il conseguimento del diploma trascorre un periodo di apprendistato al fianco di Claude Lapalu e a quel punto, esattamente come avvenne per suo fratello un decennio prima, l'amore per il terroir del Beaujolais prefigura con esattezza quello che sarebbe diventato il luogo di elezione per la propria esperienza professionale tra i vigneti. Nel 2011 dopo un accurata ricerca acquista una proprietà a Regnié con annessi 3,8 ettari di vigneto in una delle più vocate posizioni del villaggio. Oggi il patrimonio vitato di Antoine conta complessivamente 5,5 ettari di impianti allevati a gobelet in organico integrale con ceppi che variano dai 47 ai 65 anni di eta'. Sin dai primi assaggi siamo rimasti letteralmente stregati dello stile produttivo di Antoine Sunier. I suoi vini interpretano in forma magistrale e originalissima la seduzione del Beaujolais e del "Gamay à jus blanc" secondo canoni di eterea eleganza che trascendono il classico schema della mera bevibilità dettato dalla caratteristica e abusata predominanza secondaria della macerazione carbonica. I vini di Antoine sono raffinati e precisi, stabili e affidabili malgrado un approccio rigidamente naturale e un ricorso minimo o nullo alla solfitazione. Ne risulta pertanto enfatizzato nel calice senso del dettaglio e una fedele trasposizione del terroir, sbandierata da molti interpreti del Beaujolais, ma di fatto spesso piegata alle ragioni non troppo pretenziose e piuttosto omologanti del "vin de soif " modaiolo. Fuori schema.