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BORGOGNA:
Selezionati con maniacale attenzione per formare un gruppo di cui siamo orgogliosi

Domaine Castagnier
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BORGOGNA

Il rango e le denominazioni della proposta "négoce" di Jérôme Castagnier rendono necessaria una premessa: l'attività di "négociant"  infatti è spesso svolta da intermediari di professione o produttori intenti a immettere sul mercato ingenti o maggiori quantitativi di bottiglie. Nel caso di Jérôme Castagnier, i quantitativi sono addirittura inferiori a quelli già irrisori dell'originario Domaine Castagnier e riguardano vigne di altissimo lignaggio con un' attenzione particolare rivolta ai bianchi della Côte de Beaune provenienti dai Cru storicamente più vocati. Le uve vengono conferite da un ristretto gruppo di coltivatori che lavorano in regime biologico o biodinamico e quindi successivamente vinificate da Jérôme nella sua cantina. Quando scorrerete lo sguardo su queste etichette rimarrete sbalorditi,  quando le degusterete ne sarete sicuramente conquistati.

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DOMAINE CASTAGNIER

Vincitore per due edizioni consecutive del prestigioso titolo "Jeunes Talents de Bourgogne" è tra i più rappresentativi esponenti della "new thing" borgognona. Jérôme nasce professionalmente come musicista seppure discendente da una famiglia di viticoltori di Morey-Saint-Denis. Laureatosi al conservatorio diviene persino trombettista della Guardia Repubblicana presso l'Eliseo,  ma Parigi non calza allo spirito "terragno" di Jérôme che dal 2004 rientra in Borgogna per prendersi cura a fianco del padre del patrimonio vitato di famiglia. Nel 2012 papà Castagnier viene meno e da quel giorno Jérôme ha come unica prerogativa la valorizzazione dei cru di famiglia. Clos de Vougeot, Clos Saint Denis e Clos de la Roche sono solo alcuni esempi dello spessore del palcoscenico vitato di questa valorizzazione. Seppure in Francia non sia più una sorpresa noi rilanciamo senza timori di future smentite: Jérôme Castagnier sarà prestissimo nel più ristretto gruppo dei grandissimi di Borgogna. 

Jerome Castagnier
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JEROME CASTAGNIER

Il rango e le denominazioni della proposta "négoce" di Jérôme Castagnier rendono necessaria una premessa: l'attività di "négociant" infatti è spesso svolta da intermediari di professione o produttori intenti a immettere sul mercato ingenti o maggiori quantitativi di bottiglie. Nel caso di Jérôme Castagnier, i quantitativi sono addirittura inferiori a quelli già irrisori dell'originario Domaine Castagnier e riguardano vigne di altissimo lignaggio con un' attenzione particolare rivolta ai bianchi della Côte de Beaune provenienti dai Cru storicamente più vocati. Gli appezzamenti sono coltivati direttemente dall'azienda in regime biodinamico e quindi successivamente vinificate da Jérôme nella sua cantina. Quando scorrerete lo sguardo su queste etichette rimarrete sbalorditi, quando le degusterete ne sarete sicuramente conquistati.

Domaine Chevrot
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DOMAINE CHEVROT

Situato nel lembo più meridionale della Côte de Beaune il Domaine Chevrot è il paradigma della realtà borgognona dalle autentiche origini familiari e contadine. Attiva sin dal 1830 presso una storica tenuta agricola risalente al 1798, questa cantina è oggi condotta dai fratelli Pablo e Vincent Chevrot entrambi formatisi dalla Scuola Enologica di Beaune. Dal 2008 tutta la produzione è in certificazione biologica, anche se gli standards di sostenibilità ambientale del Domaine sono ormai proiettati a una piena adesione a principi di naturalità integrale, quali ad esempio i sovesci e le arature di tutti i filari esclusivamente a cavallo. I vini di Chevrot sono caratterizzati da uno stile denso, dal frutto esplosivo e preciso oltre che da una peculiare connotazione dinamica. Sono vini figli di una fedele trasposizione territoriale, ma al netto di alcune “rusticità” tradizionalmente associate ai comuni di Maranges e Santenay. Una Borgogna di stile e tradizione per vini dal grande potenziale evolutivo e dai prezzi più che ragionevoli.

Pommier
DOMAINE POMMIER
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Il segreto dell'eccellenza dei vini di Chablis risiede nella geologia: la "chablisienne" poggia di fatto su un ampio bacino di calcare e argilla denominato "kimmeridge" costituito in prevalenza da gusci di ostriche preistoriche e fossili marini. Da ciò deriva la proverbiale mineralità dei grandiosi Chardonnay di questa zona. Isabelle e Denis Pommier sono una dinamica coppia di istanza a Poinchy molto in vista tra le nuove eccellenze produttive di Chablis. Attivi come viticultori dal 1990 su un'estensione vitata che negli anni è passata da 2 a 15 ettari, oggi, a distanza di 24 anni dal primo imbottigliamento godono di un'enorme considerazione critica a livello internazionale. Emblematico a riguardo, il giudizio di Robert Parker che è arrivato a classificare la  cuvée "Croix aux Moines 2010" dei Pommier migliore Chardonnay del mondo per quel millesimo. Vini dal frutto luminoso e dall'affascinante verticalità prodotti in un ottica di appassionata interpretazione del terroir attraverso i metodi dell'agricoltura biologica. 

pinots
LES PINOTS BLACKS

Metti una sera a cena un sogno e quattro amici allo stesso tavolo e voilà.....nasce il progetto " LES PINOTS BLACKS ". Il sogno condiviso è un pinot noir nella sua forma più selvaggia ed identitaria, finora mai prodotto da nessuno di loro. I quattro visionari commensali sono niente meno che: la star di Chablis al naturale Thomas Pico di Pattes Loup, Damien Delecheneau della Grange Tiphaine di Amboise, lo chef borgognone emergente e collezionista d'arte Fabien Espana e il viticoltore biodinamico di Irancy Bruno Verret. Le premesse poggiano su solide basi, il risultato sono una dei sorsi piu sensuali dell'avanguardia enologica francese.  Disponibilità limitate, ma vale la pena provare....per credere.

verdereau
HUBER VERDEREAU

Padre alsaziano, madre borgognona, Thiebault Huber ha un passato da sommelier presso un noto ristorante di Cannes seguito a una specifica formazione alberghiera a Strasburgo. Di rientro in Borgogna nei tardi anni 80 si alterna per alcuni periodi tra gli studi enologici a Beaune e l'affiancamento in vigna e in cantina del cugino JeanMarc Bouley a Volnay. Nel 1994 la prima vendemmia in proprio e l' inizio di una graduale acquisizione di parcelle fino ad arrivare all'attuale patrimonio vitato di quasi 10 ettari complessivi ripartiti tra 7 comuni e 22 appellazioni differenti . Thiebault iniziò sin dai primi periodi una rapida conversione in biologico dei vigneti, raggiunta la quale, insoddisfatto dei livelli di sostenibilità e naturalità ottenuti, si adopero' per una integrale certificazione biodinamica Demeter di tutti i lotti di proprietà. Lo stile di vinificazione è incentrato sulla sobrietà e il dettaglio: infusioni in luogo delle estrazioni, pigeages ridotti al minimo, vinificazioni e affinamenti in grosse foudres usate e cemento con uso marginale e sporadico delle barriques di due o tre passaggi solo ed esclusivamente sui premier cru. Gli elevages raramente superano i 10 mesi di durata. Di primissimo piano la narrazione territoriale nel calice con alcune peculiarità che costituiscono sorprendente valore aggiunto alla cifra stilistica della produzione Huber Verdereau: bianchi dal comune di Meursault di finezza impareggiabile e originalmente poco burrosi e boise', Monthelie dalla istanza fruttata di rara personalità minerale, Volnay rarefatti ma di immediata leggibilità, nonché Pommard di forma aggraziata che sembrerebbero quasi ammantarsi di un eleganza tipicamente "volnaysienne" . Produttore molto interessante, che sembra affermare uno stile che si offre di gran slancio a coadiuvare la ristorazione più propensa alla ricerca e all'innovazione, e che salvi al tempo stesso gli elementi più imprescindibili della tradizione borgognona.

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