ITALIA:
Selezionati con maniacale attenzione per formare un gruppo di cui siamo orgogliosi
AGOSTINO BOSCO
BORGOGNA
Il rango e le denominazioni della proposta "négoce" di Jérôme Castagnier rendono necessaria una premessa: l'attività di "négociant" infatti è spesso svolta da intermediari di professione o produttori intenti a immettere sul mercato ingenti o maggiori quantitativi di bottiglie. Nel caso di Jérôme Castagnier, i quantitativi sono addirittura inferiori a quelli già irrisori dell'originario Domaine Castagnier e riguardano vigne di altissimo lignaggio con un' attenzione particolare rivolta ai bianchi della Côte de Beaune provenienti dai Cru storicamente più vocati. Le uve vengono conferite da un ristretto gruppo di coltivatori che lavorano in regime biologico o biodinamico e quindi successivamente vinificate da Jérôme nella sua cantina. Quando scorrerete lo sguardo su queste etichette rimarrete sbalorditi, quando le degusterete ne sarete sicuramente conquistati.
L'azienda agricola Bosco Agostino è una piccola realtà vitivinicola sita nel comune di La Morra, nel cuore delle Langhe del Barolo. Questa cantina, tutt'oggi a gestione familiare, fu fondata da Pietro Bosco che si dedicò fino ai tardi anni 70' al conferimento delle uve ai produttori della zona, secondo l'usanza del tempo. Nel 1979 Pietro decise di emanciparsi dal ruolo di conferitore iniziando a vinificare in proprio quel vino che fino ad allora era limitato all'uso familiare. Da quel giorno l'azienda prese il nome del figlio Agostino, padre di Andrea attualmente al timone di questa realtà, dopo un diploma conseguito alla Scuola Enologica di Alba. L'abilità di Andrea Bosco nel cogliere in eredità l'attaccamento alle tradizioni e nel condurre un percorso di ammodernamento nella gestione della cantina, hanno collocato queste etichette tra le più interessanti novità del panorama vinicolo di Langa. Le varietà sono quelle tradizionali del territorio quali il Nebbiolo, la Barbera e il Dolcetto, coltivate su un'estensione vitata di 4 ettari tutti all'interno del comprensorio di La Morra. I due Cru della famiglia Bosco il "Neirane" e "La Serra" sono all' origine di Barolo tanto differenti tra loro quanto di carattere e fortemente identitari.
CASAGORI
Trenta ettari in policultura nel cuore della Val d'Orcia toscana a due passi da Pienza. A Casa Gori si prendono cura di tutto, ma non " fanno nulla": sono la terra , l'acqua e il sole a compiere gran parte del lavoro. Nessun artificio: dei fertilizzanti e del diserbante si occupano direttamente gli animali e le api nel ruolo di preziose operaie. A Casa Gori più che produrre uve, olio e luppolo semplicemente si raccoglie. Nello specifico le vigne beneficiano di suoli e clima unici, strette tra i territori di Montalcino e Montepulciano, ma con presupposti pedoclimatici a tratti peculiari . I suoli Pliocenici sono ricchi di sedimenti marini, argille e rocce calcaree. Le pratiche viticole sono rigorosamente biologiche e ormai integralmente votate a principi biodinamici, con una risposta vitale e qualitativamente crescente da parte delle piante. In cantina l'approccio enologico è essenziale e di stampo tradizionale per non dire "pre- tecnologico". Ne conseguono vini dal carattere spontaneo, fresco e reattivo, che seppure non rinunciando a un esuberante carattere fruttato nulla concedono ad aspetti dimostrativi. Emblematica in questo senso l'uscita anticipata dei millesimi, per vini che appaiono in gioventù più agili che maturi in un ottica di spiccata gastronomicità e croccante piacevolezza. Vini tanto toscani per certi aspetti quanto discontinui dalla tradizione regionale per altri nell' ottica di un indubbia e avvincente originalità.
MARGÒ
Carlo Tabarrini è un un'artigiano del vino straordinariamente dotato che con tenacia ha perseguito il sogno di una vita partendo da zero in senso letterale: nessuna vigna di proprietà, nessuna posizione economica di favore, ma solo tanta passione mutuata sin dall'infanzia dal nonno che osservava affascinato fare vino per sé e la sua famiglia . Dapprima operaio alla Perugina ,di notte lavora in fabbrica e di giorno cura un vigna affittata subito fuori Perugia. Giorno dopo giorno la passione si predominante , le conoscenze agronomiche si affinano e con esse la consapevolezza e la determinazione a ottenere vini autentici, di qualità e senza compromessi oltre che nel più totale rispetto dei processi naturali. Le varieta' coltivate sono Trebbiano, Grechetto e Sangiovese declinati con marcata personalità e carattere. Vini straordinariamente vivi, dal tratto espressivo e coinvolgente, a volte scontrosi, ma mai premeditati o dimostrativi. Oggi Carlo gode di un un'incredibile successo internazionale, in Francia e Giappone innanzitutto, e i suoi vini sono tra i più " chiacchierati nell' ambiente della viticoltura naturale ". Stanno persino diventando rari, ma per noi e i nostri amici clienti non abbiamo resistito dal trattenerne un po'...
ANTICO BROILO
Giovanni e Massimo Duri sono le " persone" di questa piccola azienda agricola che da subito ci appare come un emblema della realtà familiare tramandatasi di padre in figlio. Nel pieno rispetto delle tradizioni e della natura, Antico Broilo ha gradualmente raggiunto negli anni ragguardevoli standards qualitativi nella produzione di vini , senza peraltro mai perdere di vista un viscerale attaccamento alle tradizioni più autetiche di questo estremo angolo nordest del "vigneto italiano". A premessa di questo percorso di crescita un territorio di elevata vocazione stretto tra le colline, il fiume ed il confine sloveno. Vigne centenarie ,un approccio agronomico di grande sensibilità ambientale e un costante miglioramento delle tecniche di vinificazione ed affinamento, seppure da sempre fieramente indipendenti dal susseguirsi degli stili e delle mode care al mercato. Tra i prodotti emerge, fra altri, una straordinaria versione dell' autoctono Schioppettino dalle affascinanti nuances complesse e speziate. Non da meno le riuscitissime interpretazioni di varietà internazionali quali il Pinot nero ed il Cabernet franc che dalle mani di Massimo ci giungono nel calice cariche di identitario magnetismo e degne delle piu blasonate interpretazioni francesi. Ulteriore conferma del carattere e della qualità della produzione biologica di Antico Broilo i due bianchi da uve Friulano e Ribolla gialla che tanto si distaccano dalle effimere interpretazioni care a certe tendenze dominanti sul mercato.
ENOZ - MASSERIA TORRICELLA
Siamo nell' incontaminato e selvaggio territorio di Sessa Aurunca nel cuore della Campania Felix dell'AgerFalernus. I terreni di Masseria Torricella si trovano a ragguardevole altitudine alle pendici dell' antico complesso vulcanico di Roccamonfina. I suoli sono sciolti di origine vulcanica, di straordinaria vocazione per la vite, come noto sin dai tempi degli antichi Romani che classificarono "ante litteram" il Falerno come il più pregiato tra i vini. Il progetto Enoz nasce da un impulso di Roberto Zeno nel 2013 a lasciare Napoli per dedicarsi all' attività della terra che fu del padre e dei nonni. La successiva collaborazione con l'amico enologo Giovanni Reale ha poi completato il lavoro di Roberto nelle decisioni di fondo intraprese per tradurre in vino l' amore per questo territorio. L' azienda si estende su circa 22 ettari di cui solo 5 destinati al vigneto mentre i restanti si articolano tra ulivi, grano e leguminose. Terminata nel 2019 la conversione in biologico, da inizio 2018 Masseria Torricella è integralmente gestita secondo i dettami della biodinamica. Da un sistema di recupero delle acque piovane utilizzate nei campi, all' applicazione del principio della rotazione delle coltivazioni ,all' utilizzo del sovescio nella concimazione dei suoli, tutto riconduce a una visione chiara e senza compromessi all' insegna dell' armonia e della sostenibilità, in linea con lo stile poco mediato ma elegante e mutevole dei vini. Sia nei bianchi a base Falanghina e Fiano, che nei vini rossi da varietà Primitivo e Piedirosso è facile cogliere una matrice fresca e sapida che rende questo angolo di Mezzogiorno foriero di una bevibilità coinvolgente normalmente attribuita a terroirs transalpini. Dalle macerazioni calibrate al fine di scongiurare la benché minima omologazione, agli affinamenti in anphore che scongiurano ogni coazione esogena alla narrazione del frutto, tutto riconduce a sorsi tanto snelli quanto profondi. Un angolo di Campania che abbiamo sin da subito istintivamente avvertito in linea con la filosofia della nostra Selezione.
HOCH KLAUS
Premessa: Hochklaus è una tenuta sita in Alto Adige che produce vini incredibili e tutt'altro che tipicamente altoatesini. Il giovanissimo proprietario Klaus Schroffenegger, dopo gli studi a San Michele all'Adige e in Germania ha trascorso alcuni anni tra i vigneti di Loira, Bordeaux e Nuova Zelanda, durante i quali ha maturato la ferma determinazione di re- interpretare in forma integralmente naturale parte dei vecchi impianti di famiglia peraltro già precedentemente convertiti in biologico dal padre. La tenuta Hochklaus si trova inerpicata sui monti di Cornedo sopra Bolzano ed è un esempio perfetto di biodiversità, integrità ambientale e produttività circolare. Vecchi ceppi di Riesling, Weisserburgunder, Schiava e poco altro si trovano a strapiombo su vertiginose pendenze nel bel mezzo di capre e montoni allo stato brado e alberi da frutto. La conduzione dei vigneti sui suoli porfido-argillosi e sabbiosi non vede altri trattamenti ad esclusione di quelli a base di tisane all'ortica e al dente di leone. In cantina le uve, rigorosamente raccolte a mano e selezionate, si trasformano in vino senza coazione alcuna e con fermentazioni ed affinamenti in vecchie botti e anfore. La micro produzione di Klaus, attestatasi alla prima vendemmia a meno di 8000 bottiglie, ha ottenuto un successo immediato ed inaspettato da parte della ristorazione regionale più attenta e vocata alla ricerca. Ciò che colpisce è la capacità di questi vini di interpretare ed esaltare un territorio, trascendendo e distanziandosi al tempo stesso da una lettura enologica tradizionalmente votata all'omologazione delle forme espressive secondo canoni eccessivamente scolastici e prevedibili. La maturità professionale palesata da Klaus sin dagli esordi ci spinge a scommettere e pronosticare un "altro Adige" e un futuro radioso per questi vini. Magnetismo ed energia.
PODERE SOTTOILNOCE
Il volto che si cela dietro Podere Sotto il Noce è quello di Max Brondolo, abile viticultore-artigiano che lavora in regime organico dagli esordi e dal 2016 integralmente in biodinamica alcuni splendidi appezzamenti sulle colline modenesi di Castelvetro nel cuore della Doc del Lambrusco Grasparossa. L'obbiettivo essenziale di Max sin dagli esordì è stato quello di perseguire attraverso le regole non scritte della viticoltura naturale le potenzialità spesso ignorate o misconosciute di vitigni pressoché abbandonati come l'Uva Tosca e il Lambrusco Pellegrino al fine di valorizzarle e poterle integrare alle specificità di varietà più note come quelle del Trebbiano di Spagna, e del Lambrusco Grasparossa e di Sorbara. Approcciandosi ai vini Max nel calice la sensazione che si prova è quella di una spiccata e personale capacità nel saper cogliere le radici più profonde di questo territorio, ma dal punto di vista aperto di chi attraversando molteplici esperienze di degustazione ha sviluppato una specifica sensibilità da porre al servizio di un territorio ancora in parte inesplorato, talvolta eccessivamente stretto tra gli angusti confini della tradizione locale e quelli di una ristretta visione commerciale. I protocolli produttivi sia in vigna che in cantina sono coerentemente legati all'artigianalità e alla cura dell'integrità ambientale e dei suoi frutti. Raccolte manuali diversificate su varie finestre temporali a seconda dei livelli di maturazione dei diversi appezzamenti e delle singole varietà. Fermentazioni spontanee e vinificazioni separate in diverse tipologie di contenitori a seconda delle annate: cemento, uova di ceramica e sporadicamente vecchie botti di rovere da 400lt. Solfitazioni, qualora presenti e necessarie, in dosi omeopatiche. Podere Sotto il Noce è senza dubbio un eccellenza di questo territorio, in grado di offrirci una gamma diversificata di cuvées sia rifermentate che ferme, sia in bianco che in rosato che in rosso, indistintamente testimoni di un spiccato e sorprendente dettaglio descrittivo.
TENUTA SAIANO
Tenuta Saiano nasce nel 2003 con l'acquisto dei primi terreni a Casone, in Valmarecchia, nei pressi di Torriana. La Valmarecchia è una lingua di terra nel quale si incontrano Romagna,Toscana e Marche, che delinea pertanto un territorio estremamente vocato alla viticoltura. Sin dagli esordi l'obbiettivo della famiglia Maggioli è stato quello di aggregare un organismo complesso e polivalente, che comprendesse varie colture: la vite e l'ulivo, orti stagionali e antiche varietà di alberi da frutto, il tutto senza l'utilizzo di chimica di sintesi e nel pieno rispetto della biodiversità e dell'equilibrio rigenerativo dei suoli e della Natura. Le vigne, allevate perdipiù a cordone speronato e coltivate integralmente in forma manuale, comprendono prevalentemente varietà autoctone quali il Sangiovese, il Grechetto Gentile e piccole parcelle di Trebbiano Romagnolo. In cantina le uve fermentano spontaneamente, a temperature non controllate, senza l'utilizzo di lieviti selezionati e alcun tipo di coadiuvante enologico. Fino all' imbottigliamento i vini vengono preservati da qualsiasi tecnica invasiva, evitando filtrazioni e chiarifiche. Le vinificazioni e gli affinamenti avvengono in contenitori di varie forme: dalle vasche di cemento e acciaio, alle botti grandi o barriques, fino alle anfore in terracotta, con l'unico scopo di far emergere la diversità dei vini e dei millesimi nel pieno rispetto di una autentica trasposizione territoriole. Tenuta Saiano ci è apparsa da subito come una realtà giovane e dinamica in grado di re-interpretare il più intimo sussurro del terroir della Valmarecchia, attraverso una visione contemporanea e aperta, in grado pertanto di delinearne uno stile singolare capace di collocare a pieno titolo i suoi vini nell'ambito dei più evoluti palcoscenici internazionali del vino naturale.
IL PLIO
Produrre vino a partire dalla valorizzazione delle colline plioceniche del contrafforte sovrastante Pianoro sulle alture bolognesi. È questa la scommessa di Carlo Ettore Tambussi, giovane enologo dal solido bagaglio formativo da sempre convintamente ancorato alla biodinamica. Tra 5 e 2 milioni di anni fa i luoghi oggi a dimora di questi vigneti erano un piccolo mare interno popolato da balene e molluschi, all'origine di un substrato geologico di straordinaria vocazione composto da strati di arenarie, argille bianche e azzurre e soprattutto conchigliame. Una condizione assai peculiare rispetto la preminenza di argille tanto diffusa nel comprensorio bolognese. Le piante sono allevate per lo più a capo rinnovato, le uve raccolte a mano, le fermentazioni spontanee e senza alcun ausilio di coadiuvati enologici. In cantina l' utilizzo di cemento, legno e acciaio è di volta in volta selezionato in funzione delle variabili produttive e del millesimo, in un convinto ed eclettico approccio artigianale votato alla qualità più attenta. La necessità commerciale di un vino rappresentativo del nostro territorio per una selezione a forte vocazione contemporanea e internazionale come LeClos presentava non pochi problemi in un ottica di coerenza stilistica e qualitativa; con i vini di Carlo abbiamo raggiunto una sintesi coerente di queste istanze apparentemente non conciliabili . Raccontiamo con entusiasmo ai nostri clienti " Il Plio' "come una autentica ricossa dei Colli bolognesi.
EREDI COBELLI
L’Azienda Agricola Eredi di Cobelli Aldo si trova a Sorni di Lavis, sulle pendici verdi del Monte Corona. Giuseppe Cobelli arrivò nel cuore del Trentino a fine del 1800 e volle che Maso Panizza di Sopra diventasse la culla dei sogni della famiglia e della propria idea di vino. Da quei giorni si sono susseguite generazioni di custodi della vigna che hanno tramandato oralmente la cultura del rispetto del terroir, consapevoli che l’uomo non vive senza la terra, ma che la terra possa tranquillamente vivere senza l’uomo. L' azienda agricola "Eredi di Cobelli Aldo" nella sua forma attuale nasce dopo la morte di papà Aldo, scomparso improvvisamente proprio all’inizio della vendemmia 2005. La compongono in team Devis Cobelli che segue soprattutto la parte commerciale e quella “conviviale” e di ospitalità, Tiziano Cobelli nella veste di enologo, e il giovanissimo Ivano Cobelli enotecnico formatosi all'Istituto Agrario di S.Michele all'Adige, quotidianamente impegnato a fondere le istanze identitarie e tradizionali dell'azienda con l'apporto delle idee più innovative. Fedeli alla visione di vini di terroir, i Cobelli lavorano quotidianamente secondo i principi ispiratori di questa concezione che nella pratica non si distacca mai per definizione dal rispetto delle caratteristiche di clima, suolo, pianta e uomo, inteso come punto di congiunzione e custodia di tali premesse. Il clima: subalpino e temperato grazie all' influenza "dell' Ora del Garda", per un virtuoso rapporto tra freschezze e garbate aromaticità. La vite: con la scelta di metodi di allevamento dei ceppi in totale regime organico e secondo le linee guida degli aspetti vocazionali e pedoclimatici per cui si privilegiano le varietà a bacca bianca e i rossi autoctoni che non casualmente da sempre crescono sulle pergole del luogo. Il terreno: che ha nel gesso che deriva dalla trasformazione per evaporazione di sali marini quali salgemma, calcite ed aragonite, la sua specificità pressoché unica per tipologia e concentrazione in questa area. Ed infine, "last but not least", il fattore UOMO inteso come custode che preserva un territorio attraverso pratiche non invasive quali la concimazione organica, il sovescio, l' inerbimento, la lavorazione manuale interceppo, la riduzione degli sfalci sul filare per favorire la biodiversità. I vini raccontano con plastica eleganza e naturalezza tutto ciò, a testimonianza di vini che sono completamento e diretta interpretazione di un terroir piuttosto che suo indiscriminato sfruttamento.
GROTTAFUMATA-LATO SUD
Sulle pendici dell'Etna, presso Randazzo, il gioiello agricolo di Grottafumata si dedica alla produzione di vino, olio e miele, prendendosi cura di questo territorio unico attraverso pratiche artigianali e sostenibili, a tratti arcaiche. Alla guida della tenuta, situata in Contrada Grottafumata, Mariangela Prestifilippo e Mauro Cutulli. Dieci ettari di terreni immacolati di cui 2,5 riservati alla viticoltura nel bel mezzo di uliveti e macchia selvaggia. Le viti, di età media superiore ai 60 anni, traggono linfa e carattere dai suoli argillosi e sabbiosi di matrice vulcanica, ricchi di sostanze minerali. Le ragguardevoli altitudini, comprese tra i 720 e gli 850 msl, nonché l'azione mitigatrice del vicino fiume Salso, rendono umidi e fertili questi terreni persino nei mesi più siccitosi dell'anno. Un inestimabile patrimonio di biodiversità ai quali Mariangela e Mauro applicano i principi dell' agricoltura organica rifiutando ogni ricorso a molecole di sintesi e coadiuvanti chimici. Le varietà autoctone Carricante, Cataratto , Nerello Mascalese e Cappuccio, nonché la mediterranea Grenache sono allevate ad alberello secondo la secolare tradizione etnea. Lievitazioni naturali , nessun ricorso a contolli di temperature e bassissime estrazioni sono all' origine di vini autentici e genuini accumunati da una aggraziata e tipica mineralità.
SERGIO GENUARDI
Sgombriamo da subito il campo da ogni superflua cautela: Sergio Genuardi è un giovanissimo vignaiolo già predestinato. Nel piccolo vigneto di 1,3 ettari a 650 msl da cui nascono i suoi incredibili vini sono presenti 3 varietà: Cataratto, Perricone e Nero d' Avola. Una decisiva biodiversità dovuta dalle forti pendenze e differenti esposizioni che hanno suggerito all'estro enologico di Sergio di adottare differenti potature per ogni singola pianta, parcellizzando questo minuscolo appezzamento montano in sette lotti distinti che vengono maniacalmente vendemmiati con sette raccolte diverse , distanti persino un mese l'una dalle altre. Casteltermini è un piccolo lembo della provincia di Agrigento dove della viticoltura, per ragioni storico-sociali, non era rimasta traccia. Eppure risultano evidenti le qualità vocazionali di questi luoghi: suoli spiccatamente minerali su folli pendenze che cullano la vite su un letto stratificato di sali, gesso e zolfo; macchia mediterranea di quota e tratti boschivi in grado di accompagnare ed equilibrare in assenza di trattamenti i cicli di crescita della vite. Il tutto in assenza di lavorazione meccanica o alcun utilizzo di molecole di sintesi, attraverso rese bassissime, ma armonizzate, per frutti che siano in grado di cristallizzare e trasporre il giovane genio di Sergio ed il sussurro caratteriale del suo riscoperto terroir montano.